NOI RICORDIAMO Idee

Idee


Introduzione
Dopo circa 60 anni le guerre fra Partigiani, Tedeschi e Fascisti vengono raccontate forse per l'ultima volta ai giovani dalla viva voce di chi quelle vicende le ha vissute; questa è una grande opportunità che ci viene offerta, infatti chi verrà dopo di noi potrà solo conoscere queste cose dai libri di studio. Donatella Lasi

Questa sezione riporta i pensieri che gli alunni hanno scritto stimolati dalle testimonianze e dalle visite ai luoghi della memoria partigiana.
Idea è una parola che rappresenta tutto ciò che lo studente, partendo dall’ esperienza, ha maturato e ha tradotto in concetti. Questa elaborazione sintetizza perfettamente l’obiettivo di tale iniziativa rivolta ai ragazzi della scuola, di cui questa raccolta è testimonianza: imparare dalla storia per migliorare il futuro.
I pensieri scelti per la pubblicazione sono una piccola parte di quelli scritti dai ragazzi. Tutti meritavano di essere presentati, purtroppo una cernita era obbligata; ciò nondimeno tutti, anche quelli non presentati, lasciano trasparire quanta crescita nelle coscienze degli alunni questa iniziativa abbia generato.
La genuinità delle espressioni e la loro forza dimostrano che quegli eventi, tragici ma fondamentali per la storia successiva del paese, sono rimasti scolpiti nella loro mente e nei loro cuori.
La tragicità degli eventi e la crudezza della guerra, l’ importanza degli ideali, l’ amore per una patria libera e non asservita, l’ assurdità della lotta fratricida, dell’ odio razziale e il sincero e profondo convincimento di operare per evitare nel futuro il ripetersi di ignominie di tal genere, emergono in maniera preponderante e non possono che rendere pieno merito al lavoro di tutti coloro che hanno ritenuto importante conservare il materiale prodotto dagli studenti.
I pensieri di questi ragazzi, uomini di domani, sono una grande speranza per un futuro dominato dalla pace fra i popoli, dall’ amore e dal rispetto tra gli uomini, indipendentemente dalla loro razza, religione e cultura. Una grande spinta per continuare a formarli partendo dalla memoria.

Sul muro del sacrario di Marzabotto c’è un disegno: un  uomo-genitore parte per la guerra. Passa tanto tempo - anni – ma egli torna.
Ho pensato: questo è un disegno di speranza e di incoraggiamento. Sul muro c’è anche scritto: RICORDATE E MEDITATE IL NOSTRO SACRIFICIO. V elementare, anno scolastico 1993-94

Il nazismo è la cosa più brutta che ci sia. Quando siamo andati alla mostra organizzata dall’A.N.P.I. di Casola Valsenio abbiamo visto dei documenti che testimoniano la crudeltà e la cattiveria di chi credeva di essere una razza perfetta, la migliore. In verità poi era tutto il contrario: erano solo parole fasulle.
La cosa che mi è rimasta più impressa della mostra è stata l’immagine di una signora che si faceva costruire oggetti con la pelle umana tatuata degli ebrei prigionieri. Quella signora doveva proprio essere senza cuore. Ma non le facevano senso quegli oggetti?
V elementare, anno scolastico 1993-94

La giornata di lavoro e sofferenza si svolgeva dalle 5 del mattino alle 9:30 di sera. Alla mattina, prima di fare colazione, dovevano mettere a posto la loro baracca.
Se una persona dopo le 9:30 di sera non era all’interno delle baracche poteva essere uccisa. La disciplina era durissima. Testimonianza raccolta da Daniela B.

Ho chiesto un giorno a mio fratello se fosse stato possibile sostituire alla guerra una partita a calcio o qualsiasi altra gara. Lui ha risposto che l’uomo tende a combattere per arrivare a una meta. A me non sembra giusto combattere e uccidere i propri simili soltanto per giungere a una meta, tanto meno se la meta può danneggiare gli altri. Margherita A.

Io penso che i combattenti per la libertà lottassero anche per non avere più guerre nel futuro.
Donatella S.

I tedeschi forse avevano una piccola parte di cibo in più, ma poi alla fine anche il soldato tedesco pativa la fame come il partigiano, quindi la guerra porta solo sofferenza e morte e la maggior parte della popolazione, qualunque essa sia, ne è la vittima. E secondo me questi uomini erano dotati di un enorme coraggio e di una grande forza di volontà. Davide B.

A Ca’ di Malanca mi è rimasta impressa la lettera che scrisse il partigiano Bianconcini a sua moglie e ai suoi figli prima di morire. Quando scrisse quella lettera sembrava fosse calmo e che non avesse paura di essere ucciso.
La forza d'animo gli proveniva dai suoi ideali e dalla certezza di aver combattuto per una causa giusta. Daniela B.

Per me la pace è vita nuova, speranza di vivere sorridendo. Anita G.

La pace è sentimento, la pace non devi sprecarla, la pace la devi assaporare: non usarla male, usala per il bene dell’umanità. Vittorio M.

Ci possiamo porre molte domande:
perché i partigiani erano così poco numerosi? Forse perché avevano paura dei fascisti o perché tutti credevano nel fascismo? Io penso che molte persone avessero paura, ma ritengo che altre credessero sul serio nel fascismo.
Che differenza c’è tra i soldati tedeschi e i partigiani? Un partigiano valeva quanto un soldato tedesco, ma un partigiano che uccideva un soldato tedesco, veniva considerato un assassino, mentre, se un tedesco uccideva un partigiano, veniva considerato un eroe della patria, cioè del III Reich.
Da certa gente è meglio essere considerati banditi, cioè avversari, che eroi o collaborazionisti.
Sonia C.

Dopo circa 60 anni le guerre fra Partigiani, Tedeschi e Fascisti vengono raccontate forse per l'ultima volta ai giovani dalla viva voce di chi quelle vicende le ha vissute; questa è una grande opportunità che ci viene offerta, infatti chi verrà dopo di noi potrà solo conoscere queste cose dai libri di studio. Donatella L.

La pace, quando passa vicino a te, lascia un profumo che ti riempie di gioia. Martina C.

Qui il tempo a volte non passa mai, nei momenti vuoti cerco di riposarmi, di dormire, ma non ci riesco, perché quello che vedono i miei occhi ogni giorno è troppo crudele, vedere centinaia di persone morire senza nessuna colpa, solo per liberarci o aiutare il mondo. Un domani, spero che i giovani non scordino mai queste parole, testimonianze vissute sulla nostra pelle. Quando finirà questo genocidio? Da lettera immaginaria

Quando ho chiesto alla mia nonna di parlarmi di questa guerra mi sembrava una favola, ma poi mi sono reso conto che, purtroppo, è tutta verità, verità che mi ha fatto pensare a ciò che abbiamo noi oggi e a quello che hanno avuto gli anziani nella loro giovane età: solo fame, freddo, miseria e tanta paura. Davide C.

La pace è una coperta che scalda pensieri di libertà.  V elementare

I soldati sono tutti uguali e quasi tutti sono vittime: davanti al gelido inverno, tutti, dal tedesco all’italiano, patirono il freddo, tutti patirono la fame, tutti davanti al dolore soffrirono.  A unirli il dolore, a separarli il colore della divisa. La guerra allontana i soldati dalla terra di origine per poi farli morire in una terra straniera; uccide i soldati che difendono la propria patria. Laura P.

La Resistenza è formata da tante piccole storie di paesi e di città, di uomini e di donne, paragonabile a un mosaico composto da tanti frammenti. Erica L.

La libertà di stampa è alla base di ogni democrazia e sta a fondamento delle nostre libertà repubblicane: infatti solo godendo della libertà di stampa un popolo è in condizione di dibattere, di scegliere e di organizzarsi in gruppi politici, cioè nei partiti. Noi ci sentiamo debitori alla lotta partigiana, portata avanti soprattutto dai giovani, delle nostre libertà repubblicane. Sappiamo che fu una lotta dura, faticosa, nella quale molti morirono e abbiamo la responsabilità di conservare quel patrimonio che altri ci hanno lasciato con tanti sacrifici.
Claudio C. e Maurizio D.

Ora le cose fortunatamente sono cambiate per molti paesi, ma ci sono ancora luoghi in cui la guerra non è cessata e ogni giorno che passa ci sono sempre più feriti e morti. Paolo D.

La varietà di volti, di colori, di scritte sono garanzia di pluralismo, di democrazia e di libertà: la Resistenza ha permesso che nelle nostre piazze, dal 1946 in poi, apparisse negli spazi elettorali quella varietà di immagini e di scritte che tutti vorremmo continuare a vedere.
Classe III A scuole medie 

Durante la Resistenza sono morte tantissime persone per amore della propria patria, per salvarla, per fare in modo che fosse un paese libero senza soprusi e violenza. Ancora non riesco a capire il perché della guerra. Non si pensa alle persone, alle paure che provano: si sciupano le vite per egoismo e per il potere personale. Il futuro è un diritto di tutti! Luca P.

Nel mondo non c’è la pace. La pace è una notte serena, è la luna gialla, è le stelle che brillano nel cielo nero. La pace è gli  alberi del bosco, gli scoiattoli che giocano felici. La pace è una stella caduta, è un bambino che esprime un desiderio. Luca M