Prodi vuole conoscere il mistero di Mack Tays


La storia del soldato Usa morto vicino a La Faggiola, tra le vallate del Senio e del Santerno 
Due piastrine di riconoscimento, una penna stilografica, lo spazzolino da denti, uno specchietto. E' da questi pochi effetti personali restituiti dalle pendici di un monte tra le vallate del Senio e del Santerno, che si è riaperta una storia conclusasi tragicamente 63 anni fa e una ricerca che ha suscitato anche l'interesse del Presidente del Consiglio Romano Prodi. Protagonisti della vicenda, due amici appassionati di storia locale, Fabio Dalmonte, 40 anni, di Solarolo, e Daniele Albonetti, 52 anni, di Casola Valsenio. «Il ritrovamento risale al 25 aprile di un anno fa - racconta Dalmonte, di professione agricoltore e membro dell'Associazione Romagna '44-'45.
Con i nostri figli stavamo perlustrando il monte Macchia dei Cani vicino a La Faggiola, quando il metal detector ha individuato una bandoliera. Ci siamo soffermati sull'area e a circa un metro di distanza abbiamo rinvenuto la prima piastrina di riconoscimento. Il giorno successivo Daniele è tornato sul posto e ha scoperto anche la seconda piastrina». 
La presenza di entrambe le targhette dava al ritrovamento un'importanza che i due appassionati ricercatori hanno subito colto. «Significava che il soldato era caduto in quel luogo - spiega Dalmonte - e che il suo corpo non era stato recuperato. In caso contrario, infatti, la seconda targhetta di riconoscimento sarebbe stata prelevata». 
I due amici hanno così cominciato a setacciare la zona, tornando a più riprese sul posto, ampliando il raggio della ricerca, documentandosi sugli archivi pubblicati su internet, sui testi di storia locale e chiedendo indicazioni alle persone del luogo. Ma del corpo nessuna traccia. «Le piastrine appartenevano al ventunenne soldato americano Mack Tays, uno dei Blue Devils arruolato nel 350° reggimento dell'88ª Divisione statunitense - prosegue Dalmonte -. I registri lo danno deceduto in combattimento il 25 settembre '44 e il suo corpo non risulta essere stato sepolto al cimitero di Firenze. Sappiamo che era originario della contea di Lauderdale, in Alabama, e che era un geografo».

Dalle tracce sul terreno, Fabio e Davide sono riusciti persino a ricostruire ciò che doveva essere accaduto quel lontano giorno di 60 anni fa. «Mack Tays è stato colpito da una raffica di mitragliatrice tedesca. A circa 50 metri di distanza abbiamo ritrovato infatti dei bossoli, segno che i colpi erano partiti da lì. Doveva essere uno dei primi combattimenti ravvicinati, accaduto durante l'avanzata degli americani. Nell'area infatti non ci sono tracce di scontri precedenti».
Nei mesi successivi, dopo aver cercato invano anche a valle, supponendo che il corpo potesse essere scivolato lungo le pendici del monte, i due ricercatori si sono dati per vinti.
La svolta è giunta qualche settimana fa, per un caso fortuito e il provvidenziale intervento dell'imprenditore di origini imolesi Alberto Forchielli, che già nel 2003 aveva risolto un caso simile, riuscendo a risalire ai familiari del soldato Harry Castilloux morto nell'autunno del '44 su Monte Battaglia.

«Nel corso di una cena con i rappresentanti del Centro di documentazione storiografica di Casola Valsenio - prosegue Dalmonte -, Forchielli è venuto a sapere del nostro ritrovamento. E ha subito mandato un messaggio al suo amico Romano, che pochi minuti dopo lo ha richiamato. Nessuno poteva immaginare che si trattava in realtà di Romano Prodi, in quel momento in Germania a colloquio con Angela Merkel».
La settimana successiva, il 31 marzo, il Presidente del Consiglio ha ricevuto tutti i protagonisti della vicenda nella sua casa di Bologna. «E' stato un colloquio informale di circa tre quarti d'ora - racconta Dalmonte ancora incredulo -. Prodi è rimasto molto colpito da questa storia e ha già chiesto l'intervento dell'ambasciata italiana a Washington per avviare le ricerche sulla sorte del corpo di Tays.
Vista l'occasione, ne abbiamo approfittato anche per consegnargli i libri pubblicati da Bacchilega editore su Monte Battaglia e sul 2° Corpo polacco in Romagna. Per noi, che facciamo queste ricerche da anni, spinti solo dalla passione per la nostra storia - conclude -, è stata una grande soddisfazione e uno stimolo a continuare su questa strada». In attesa della soluzione del mistero di Tays. (Lorena Mirandola) Tratto da "Sabato sera" di venerdì 20 aprile 2007