PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TARGETTI. Signor Presidente,
onorevoli colleghi, chiedo alla cortesia della Camera un minuto del suo tempo,
per rivolgere un pensiero alla memoria di chi, in tempi procellosi per il nostro paese e per il nostro Parlamento, ebbe a sedere due volte su questi banchi e che si è spento
ieri nella corsia di un ospedale cittadino: l’onorevole Giulio Cavina.
Per necessità di cose questo nome
riuscirà ignoto alla grande maggioranza dei colleghi; però è un nome particolarmente caro a molti di noi, ed è il nome di un uomo che dovrà essere rispettato anche da
coloro che hanno militato e militano in
parti ben diverse dalla sua.
Tutta la vita del povero Cavina si
può dire fu una lotta contro la miseria, la
miseria sua, per assicurarsi i mezzi di sostentamento, e la miseria dei suoi
fratelli di lavoro.
Giovinetto, in quell’età che per una
gran parte di noi è stata l’età più lieta, dovè emigrare
in varie parti d’Europa, per guadagnare il necessario alla sua esistenza, come scalpellino.
Egli aveva la passione di quest’arte che per altri può sembrare modesta; passione
che conservò viva in tutti i periodi della sua esistenza. Poi si fece organizzatore dei suoi
fratelli di lavoro. Fu segretario della Federazione
italiana edili e segretario della camera del lavoro di Siena. Egli seppe
difendere, con pericolo della sua vita, la camera
del lavoro di Siena da uno di quegli
assalti barbarici con cui il fascismo
pensava di poter propagandare la sua ideologia con colpi di randello, con
stagne di petrolio, con moschetti.
Queste violenze si esercitavano sotto gli occhi chiusi delle forze di polizia, che si
muovevano soltanto per arrestare coloro che a queste selvagge violenze si
opponevano, tanto che anche il povero
Cavina, dopo aver eroicamente difeso la camera del lavoro, fu arrestato, e
soltanto la sua seconda elezione al
Parlamento lo liberò. Veramente non è esatto dire che lo liberò, in quanto in effetti,
uscito dal carcere, fu condannato al confino.
Tutta la sua vita fu una battaglia
per un ideale al quale non mancò mai. Io penso che in tutte le manifestazioni della vita, e soprattutto della
vita politica, più ancora che l’alto intelletto o la cultura
valgano la fedeltà al proprio ideale e il coraggio con cui si Sostengono le proprie idee.
Penso che la memoria di
quest’umilissimo fra i più umili lavoratori, di quest’uomo vissuto povero e morto nella più squallida miseria possa essere
ricordata con ammirazione anche da coloro che non militarono
nelle sue file. (Generali applausi).
BAGLIONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BAGLIONI. A nome dei lavoratori
della provincia di Siena, che ebbero nell’onorevole Cavina il loro dirigente in
momenti difficili, mi associo alle parole dell’onorevole Targetti.
Vada alla sua memoria la
riconoscenza memore di tutti i lavoratori.
SIMONINI, Ministro della marina mercantile.
Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONINJ, Ministro della marina mercantile.
Avendo avuto la fortuna di conoscere
personalmente e di poter apprezzare l’onorevole Cavina, per averlo seguito
lungo tutta la sua vita, mi associo, anche a nome del Governo, alle parole
dell’onorevole Targetti.
PRESIDENTE. Ho già manifestato alla famiglia dell’ex deputato Cavina
il cordoglio della Camera; lo rinnoverò come segno del ricordo che quest’uomo
onesto e di buona fede ha lasciato nell’animo di tutti noi. (Segni di generale consentimento). Verbale seduta